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Come abbassare la frequenza di rimbalzo

Come abbassare la frequenza di rimbalzo

La frequenza di rimbalzo (o bounce rate in inglese) è un dato molto importante e può aiutarci non solo a tratttenere maggiormente gli utenti sul nostro sito ma anche ad aumentare le conversioni. Se non riusciamo a coinvolgere chi ci visita stimolandolo ad approfondire i nostri argomenti nelle pagine interne difficilmente lo convinceremo ad effettuare una conversione.

 

La misurazione è molto semplice, si calcola la percentuale di visitatori che non vanno oltre la prima pagina in rapporto ai visitatori totali in un dato periodo di tempo.

 

In pratica più questo valore è basso meglio è, zero sarebbe l'ottimale (ma impossibile da ottenere oggi) e non possiamo dare delle percentuali standard per dire se va bene oppure no, ogni sito ha delle peculiarità per cui va calcolato su misura il parametro ideale di ogni sito. Ad esempio un sito monopagina avrà una frequenza di rimbalzo altissima ma ovviamente è normale, avendo solo una pagina, un blog dove con gli articoli posizionati su Google avrà tanti lettori che trovato l'articolo lo leggeranno e poi usciranno, anche qui è normale un valore alto.

 

Tuttavia potremmo affermare che un sito web con parecchie pagine e una frequenza di rimbalzo superiore all'80% ha sicuramente qualche problematica da risolvere, se prendiamo l'esempio di un e-commerce una frequenza di rimbalzo buona sarebbe intorno al 30%, in genere in un negozio online gli utenti dovrebbero guardare più di un prodotto se tutto è costruito a regola d'arte, se i prezzi sono competitivi e se c'è una discreta scelta tra cui muoversi.

 

Vediamo alcune possibili cause e cosa fare per migliorare questo parametro.

 

 

Le cause

 

In caso di una frequenza di rimbalzo molto elevata la prima causa da valutare riguarda l'aspetto tecnico, occorre fare una serie di test per capire se gli utenti possono incontrare delle difficoltà nel capire come muoversi quando atterrano sul sito o se esistono errori tecnici che non permettono di saltare tra le pagine. Spesso conviene far eseguire i test da qualcuno che non sia stato coinvolto nello sviluppo, infatti chi lo ha realizzato si muoverà in modo agile comunque senza magari rendersi conto di eventuali difficoltà che bypassa senza rendeersene conto. Non dobbiamo solo pensare ai classici errori 404, esistono anche fattori legati alla UX (User Experience) come per esempio interfacce poco comprensibili, colori che non invogliano la navigazioni, menu complessi o difficili da trovare, ecc.

 

Il secondo aspetto da considerare sono i contenuti. Se gli utenti non trovano contenuti all'altezza delle aspettative potrebbero andarsene ancor prima di aver approfondito l'argomento. I contenuti son originali? Interessanti? Già nelle prime righe rendono l'idea di quello che verrà raccontato in seguito? La sintassi e la grammatica sono corrette? Avete creato un muro di testo? Avete intervallato i testi con immagini e video per aumentare l'appeal dell'articolo? Avete utilizzato i titoli e i grassetti per consentire una lettura veloce del testo? Avete inserito dei link interni per proporre altri argomenti ai lettori? Se la risposta è no anche a una sola di queste domande il problema potrebbe proprio essere legato ai contenuti.

 

Il terzo aspetto riguarda il tag title e la description, ovvero quei testi che Google ci propone quando facciamo una ricerca, il title è il titolo blu e la description il testo subito sotto. Scrivere questi tag in modo forviante, ovvero che diano delle aspettative che poi non saranno rispettate nella pagina è un modo per far scappare l'utente. Non ci addentriamo a parlare dell'importanza di questi due tag lato SEO, trovate tutte le informazioni in questo articolo.

 

Il quarto aspetto riguarda i link in entrata, come per i tag title e description se questo link arriva da un contesto completamente diverso dai nostri contenuti oppure ha un'ancora che non c'entra nulla con quello di cui parliamo la frequenza di rimbalzo potrebbe crescere visto che gli utenti troveranno contenuti diversi dalle aspettative.

 

Il quinto aspetto è molto importante sotto tanti aspetti, posizionamento compreso: i tempi di caricamento delle pagine. Infatti se gli utenti sono costretti ad aspettare troppo potrebbero andarsene ancor prima che il caricamento sia completato per passare  a un nostro competitor. La velocità di caricamento oggi è anche un fattore di ranking per il posizionamento del sito web, per cui non è possiible prescindere da questo aspetto, esistono numerosi tool gratuiti che ci possono assistere nel migliorare le tempistiche, il più diffuso è Google Page Speed.

 

Infine come sesto aspetto potremmo inserire la mancanza di una versione mobile, per cui quando si atterra sul sito da uno smartphone si troveranno testi minuscoli, menu impossibili da cliccare e alal fine abbandoneranno. Lo mettiamo come ultimo punto perché oggi è davvero raro trovare siti non responsive, tuttavia c'è ancora qualcosa in rete ma parliamo di numeri davvero molto piccoli.

 

 

Frequenza di rimbalzo

 

 

Come abbassare la frequenza di rimbalzo

 

La prima cosa che dobbiamo verificare è la comprensibilità della navigazione all'interno del sito. Oggi esistono degli standard a cui tutti siamo abituati, il menu esteso (sui desktop) che può essere orizzontale nella testata o verticale in una colonna sulla sinistra del monitor, il menu detto ad 'hamburgher' formato dalle classiche 3 o 4 righe che una volta cliccato apre un menu a comparsa, quest'ultimo è nato per le versioni mobile dei siti ma oggi viene utilizzato anche sulle versioni desktop.

 

Quando pensiamo un menu alternativo, ad esempio mettendo un icona al posto del tradizionale hamburgher dobbiamo fare in modo che gli utenti lo capiscano, ad esempio facendo uscire un testo, magari solo per pochi secondi, con una freccia che indichi il menu, magari con un breve lampeggio in modo che salti agli occhi, una specie di fumetto di istruzioni.

 

Evitiamo popup invasivi, musiche fastidiose, pubblicità in primo piano che impediscano una navigazione facile e rilassata, spesso entriamo in siti con popup a tutta pagina con una piccola crocetta per chiuderli,  magari bianca su fondo chiaro. Oggi gli utenti non vogliono perdere tempo, alla prima difficoltà passano al sito concorrente, per cui occorre valutare bene il rapporto tra i lfguadagno che ricaviamo da questo popup e la perdita di utenti che causa.

 

Facciamo in modo che i contenuti siano all'altezza delle aspettative, che rispondano a un quesito o soddisfono un bisogno, che siano originali e di qualità.

 

Verifichiamo sempre il nostro sito da uno smartphone per renderci conto della facilità o meno di lettura e navigazione, non fidiamoci della tecnologia responsive alla cieca perché spesso occorre fare diversi aggiustamenti per renderlo davvero performante sui piccoli monitor.

 

Creiamo layout belli, moderni e accattivanti. Un utente sarà molto più stimolato a vedere il resto del sito se si renderà conto di essere dentro un sito professionale che gioverà non solo all'aspetto grafico del sito ma anche alla percezione che avranno nei confronti del tuo brand.

 

Facciamo attenzione a non essere troppo invasivi con i contenuti multimediali come ad esempio video in autoplay, mp3 che partono all'improvviso difficili da spegnere, cerchiamo di non infastidire e di non complicare la vita a chi ci visita.

 

La UX (User Experience) dovrà essere studiata bene per facilitare la navigazione del sito e le CTA (Call to Action) dovranno guidare l'utente in modo molto facile e comprensibile, sfruttando la psicologia dei colori e le posizioni più performanti all'interno delle pagine. Navighiamolo da smartphone per trovare eventuali criticità da sistemare.

 

Infine, ma non in ordine di importanza, rendiamo velocissimo. So che non è facile, specialmente se lavorate con programmi open source come Wordpress, gestionali molto lenti di natura e se arricchiti con diversi plugin ancora più lenti, tuttavia se ottimizzati bene, sfruttando alcuni tool che permettono ad esempio di raggruppare i Javascript, di migliorare la cache ecc. si possono raggiungere livelli accettabili.

 

Ricordiamoci che per la frequenza di rimbalzo non è necessario avere punteggi di Page Speed altissimi perché vengono considerati valori che se pur molto importanti non riguardano esclusivamente la velocità di caricamento reale percepita dagli utenti, provatelo con uno smartphone in connessione 4G per rendervi conto di come si apre, se la tempistica è accettabile oppure no.

 

 

Bounce rate

 

 

Conclusioni

 

Come abbiamo visto le cause di una frequenza di rimbalzo elevata possono essere molteplici, imputabili a diversi aspetti, sia tecnici che di contenuti.

 

Migliorare tecnicamente un sito non è una cosa molto complessa, tuttavia se mancano i contenuti originali e interesssanti anche il sito più performante e ottimizzato non arriverà mai a valori bassi. Oggi i contenuti sono da considerare il fattore più importante per il successo di un sito web, non solo per il bounce rate ma per tutto, dalle conversioni al miglioramento del posizionamento.

 

Il web dei nostri giorni richiede qualità, originalità e professionalità, non è più pensabile avere successo con contenuti scarsi o addirittura copiati da altri, sia gli algoritmi dei motori di ricerca che gli utenti vi penalizzeranno se non troveranno ciò che si aspettano.

 

 

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