Il Pagespeed è un valore che oscilla da 0 a 100 e misura le prestazioni di un sito web. Malgrado il nome non si limita solamente a misurare il tempo che un sito impiega per caricarsi completamente nel nostro browser, considera tutta una serie di metriche che influisono su diversi fattori come la stabilità visiva durante la fase di caricamento, il tempo per la prima interattività, ecc.
Lo strumento che Google ci mette a disposizione per monitorare ed eventualmente correggere la nostra pagina web si chiama Pagespeed Insight. È un tool completamente gratuito utilizzabile anche tramite API sempre gratuitamente fino a 25.000 richieste giornaliere (240 al minuto come massimo). Esistono altri strumenti online molto ben fatti e affidabili, tuttavia a nostro avviso è consigliabile utilizzare Pagespeed Insight perché in fondo tutto questo lo facciamo per posizionarci su Google, per cui chi meglio di Google stesso può dirci come vuole si carichi il nostro sito web?
Abbiamo scritto che lo facciamo per posizionarci su Google perché, ormai da un po' di tempo, il caricamento di un sito è diventato fattore di ranking per Google. E dobbiamo seguirlo anche se il nostro sito si carica in meno di un secondo, infatti potrebbe comunque avere un punteggio molto basso dovuto proprio alle altre metriche di cui parlavamo e che adesso vedremo.
Quanto conta per il posizionamento?
Non è facile rispondere a questa domanda, in rete si leggono articoli discordanti anche tra i cosiddetti guru della SEO, proveremo a dare la nostra opinione che ovviamente è da prendere solo come una 'opinione' e non come un dato certo e verificato.
La prima cosa che ci fa pensare è che Google stesso lo ha definito 'fattore di ranking' e che ha dichiarato di considerare solo quello da mobile, ovvero la metrica più stringente delle due, perché si basa su mobile un po' datati e con connessioni non velocissime.
Tuttavia per ottenere un risultato di 100 su 100 occorre realizzare un sito molto scarno, poco dinamico e con pochissimi elementi o script che lo possono rallentare. Diciamo che lato UX è abbastanza limitante. Tuttavia i suggerimenti che ci vengono dati sono preziosissimi e per quanto possibile vanno seguiti, ma lo vedremo dopo.
È anche inutile dire che se un sito impiega un minuto a caricarsi verrà abbandonato prima di essere visualizzato, per cui non considereremo questo caso limite.
Se guardiamo i siti nelle posizioni alte della SERP (pagina dei risultati di ricerca) noteremo che a volte hanno davanti siti con punteggi molto bassi, spesso sotto il 30 e che dietro di loro possiamo trovare pagine con punteggi notevolmente più alti. Questa situazione è diffusissima in rete e ci fa capire che sicuramente conta (altrimenti non lo avrebbero dichiarato), ma forse per una percentuale talmente bassa da incidere in modo poco significativo rispetto ad altri fattori molto più importanti come i contenuti. Quando un sito ha un punteggio che supera i 50, valore oltre il quale è considerato moderato e non lento, a nostro avviso non ha nulla di cui preoccuparsi sotto questo aspetto.
Va anche considerato che oggi si fa largo uso di piattaforme open source per sviluppare i siti internet, molto più lente per loro natura rispetto ai siti custom, questo ha comportato un abbassamento dei valori medi anche ai primi posti della SERP, mentre il Pagespeed diventa sempre più complesso e stringente.
I suggerimenti di Google Pagespeed
Vediamo alcuni dei suggerimenti che spesso ci vengono dati, ma ovviamente sono molti di più quelli possibili:
Core Vitalis
Cosa sono i Core Vitalis? Sono le quattro metriche che misurano l'esperienza utente durante il caricamento del sito web, vediamoli nel dettaglio:
First Contentful Paint (FCP)
Possiamo misurare i Core Vitalis del nostro sito web mediante Pagespeed Insight oppure mediante un'estensione per Chrome chiamata Lighthouse. Quest'ultimo strumento, sempre messo a disposizione gratuitamente dal noto motore di ricerca, oltre a dati sopra elencati misura anche numerosi fattori utili per la SEO, è uno strumento dedicato agli operatori del settore ma non solo, con un minimo di preparazione sui dati monitorati chiunque può utilizzarlo senza difficoltà e correggere il proprio sito per migliorarlo lato SEO.
Conclusione
Abbiamo analizzato come viene creato il punteggio del Pagespeed, ormai non più solo una semplice msurazione dei tempi di caricamento ma una vera e propria analisi del comportamento del sito sia durante che subito dopo il caricamento, per migliorare non solo la velocità del web ma anche la qualità, offrendo siti sempre più ottimizzati per un utilizzo semplice e senza difficoltà.
Tuttavia a livello di SEO ad oggi non si riscontra una forte incidenza di questi fattori nella SERP, forse lo diventereanno in un prossimo futuro ma conviene comunque seguire i suggerimenti per quanto possibile.
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